The border Fvg: Valli del Natisone

Le Valli del Natisone (Nediske Doline nel dialetto sloveno locale) sono una zona collinare ubicata nella parte più orientale del Friuli. Si trovano a una manciata di chilometri dal confine e rappresentano il cuore della Benečija, la parte più compatta della Slavia Friulana con San Pietro al Natisone come capoluogo.
Questa terra posta nel punto d’incontro tra aree geografiche, culturali, linguistiche e statali diverse ha rappresentato nei secoli una sorta di porta, di ponte e di confine sia nel senso di apertura e relazione sia di ostilità e contrapposizione. Le Valli del Natisone custodiscono peculiarità naturalistiche, culturali, gastronomiche e storiche. I suoi abitanti hanno saputo portare avanti le antiche tradizioni, rinnovando e reinventando le esperienze in modo originale e suggestivo.
Grazie alla meravigliosa collaborazione e accoglienza dell’ISK- Inštitut za slovenko kulturo Istituto per la cultura slovena e della Pro Loco Nediške Doline, oltre che dei tanti abitanti delle Valli che si sono messi a disposizione per far conoscere il loro territorio, abbiamo organizzato una giornata alla scoperta di alcuni dei luoghi più significativi di questo territorio.
Lo SMO, il Museo di paesaggi e narrazioni a San Pietro al Natisone
La scoperta della minoranza slovena delle Valli del Natisone e dell’intero Friuli Venezia Giulia deve iniziare dall’esperienza multimediale dello SMO (Slovensko multimedialno okno – Finestra multimediale slovena), il meraviglioso museo di paesaggi e narrazioni realizzato a San Pietro al Natisone.
Ideato, progettato e coordinato dall’architetto Donatella Ruttar, che è venuta di persona a raccontarci questa esperienza e il significato del progetto, il centro è dedicato al paesaggio culturale che corre dalle Alpi Giulie al mare, dal Mangart al golfo di Trieste. Questo territorio riconosce la lingua quale connettivo di una cultura ricca di varianti e viene raccontato come un paesaggio da ascoltare, tramite microcosmi di storie. Il museo è diviso in 8 sezioni: Atlas, Paesaggi culturali, Biblioteca parlante, Storia illustrata, Paesaggio musicale, Memorie della voce, Archivio dei suoni e Cartoline sonore.
Le cascate di Kot
Poco sopra il paese di San Leonardo, le acque del rio Pod Tamoran prima di confluire nel Ro Patok, formano i salti d’acqua della cascata Kot. Il sentiero che conduce alle cascate si sviluppa per 600 metri con un dislivello trascurabile (circa 75 metri). Il salto maggiore della cascata è alto 12 metri.
Date le sue caratteristiche di semplice passeggiata, è un itinerario adatto a tutti a patto di prestare una minima attenzione al terreno particolarmente scivoloso. Il sentiero si percorre in circa 20 minuti, dopo aver parcheggiato l’auto lungo la strada, prima dell’ingresso del sentiero, ben segnalato. La prima parte del tracciato è una pista forestale, poi il percorso si sviluppa su un comodo sentiero. Il sentiero è interamente nel bosco e c’è un tavolo per eventuale pic-nic.
La chiesetta di San Bartolomeo
Le Valli del Natisone custodiscono ben 44 chiesette votive sparse su tutto il territorio. Sono dei veri e propri gioiellini, ognuno con una storia molto interessante. La Pro Loco Valli del Natisone organizza spesso escursioni alla scoperta delle più importanti.
Una delle più semplici e belle da trovare è la chiesetta di San Bartolomeo a Vernasso. Risale al tardo Quattrocento, venne ristrutturata nel XVI secolo in stile gotico sloveno della scuola di Škofija Loka e oggi è ben conservata grazie ad un accurato restauro, sotto la direzione dell’architetto Valentino Simonitti, dopo il terremoto del 1976 che causò gravi danni in tutto il paese.
L’azienda agricola di Elisa Manig e il ristorante Vartacia di Giulia Chiacig
Elisa Manig, 26 anni, una laurea in radiologia e un anno di lavoro negli Stati Uniti, ha ristrutturato l’azienda agricola di famiglia a Tiglio (Lipa in sloveno), un paese di 58 abitanti e 24 case. Elisa, partendo dall’esperienza di casaro del padre, ha ristrutturato la stalla che oggi accoglie una decina di mucche e ha concepito il suo lavoro a partire dal rispetto dell’animale, dell’ambiente e la profonda pulizia della mungitura. Produce formaggi di vario tipo, caciotte (classiche o saporite con erba cipollina o peperoncino), ricotta e mozzarelle, dopo aver iniziato a riconvertire i terreni al biologico per certificare i formaggi. Da provare assolutamente lo yogurt bianco da bere.
Giulia Chiacig, un’altra giovane imprenditrice delle Valli del Natisone, ha trasformato il centro visite Vartacia, uno splendido casale di pietra sulla strada che conduce al Matajur, in un ristorante tipico dove lavorano i giovani delle Valli con passione e competenza. Vartacia è il luogo perfetto dove gustare i sapori del territorio. Pranzare o cenare qui – d’estate all’ombra degli alberi sulle panche di legno all’esterno del locale all’ombra degli alberi del bosco che circonda la zona e d’inverno nella calda e accogliente saletta al primo piano – è davvero un’ottima idea.
Il Museo del Matajur
Luisa Battistig, insegnante ed esperta delle tradizioni e delle leggende custodite nelle Valli del Natisone, è in grado di raccontare la storia e le curiosità di tutti gli oggetti esposti nel Museo del Matajur, allestito nella casa Gorcova del paese di Masseris, in comune di Savogna.
Il museo espone svariati oggetti legati alla cultura materiale delle Valli del Natisone, in particolare legati alla vita quotidiana e alle varie tradizioni, come quella del Carnevale. Da vedere anche il Laboratori del fabbro e la Cantina delle volte a botte.
Dal Museo del Matajur vale la pena fare un salto fino al rifugio Pelizzo, alle pendici del monte Matajur (1.641 metri), la montagna simbolo delle Valli del Natisone. Da qui il panorama che si ammira sulla vallata è meraviglioso. Nelle giornate più terse lo sguardo spazia dalla catena del monte Nero, al golfo di Trieste, le lagune di Grado e Lignano, Venezia, i Colli Euganei fino al gruppo del Piancavallo.
Il villaggio di Topolò
Se le condizioni meteo ce lo avessero permesso, avremmo terminato la giornata a Stazione Topol -Postaja Topolove, una manifestazione internazionale che coniuga arte, musica, cinema, poesia e letteratura e vede impegnati nel campo della ricerca e della sperimentazione artisti di varie discipline, provenienti da diversi paesi del mondo.
Topolò è un piccolo borgo, ubicato su un ripido pendio a 580 metri sul livello del mare, tra i monti Kolovrat e San Martino. Il nome deriva da “pioppo” (topol in sloveno) e il borgo, in cui oggi vivono poco più di 30 anime, è una frazione del comune di Grimacco che, a sua volta, conta poco più di 300 abitanti. Un pugno di case stretto tra le pendici dei monti. Fino al 1953, il paese era collegato con il fondovalle soltanto da mulattiere. Poi è arrivata la strada ma, ancora oggi, la vitalità della natura, con i boschi a perdita d’occhio, sembra inglobare i tetti delle poche case, amorevolmente ristrutturate e abbellite in ogni minimo dettaglio.
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